La sterminata bibliografia leonardesca è raccolta nei venti volumi della Raccolta vinciana, Milano 1905-1964 e nella Bibliografia a Vinciana, a cura di E. Verga, Bologna 1931, integrata dal saggio di L. H. Heydenreich in "Zeitschrift für bildende Kunst", 1935. Più recente è il contributo di A. Lorenzi, P. Marani, Bibliografia vinciana 1964-1979, Firenze 1982. Due importanti contributi si sono avuti all'estero da parte della Elmer Belt Library of Vinciana presso la University of California di Los Angeles: E. Belt, K. T. Steinitz, Manuscripts of Leonardo da Vinci. Their history, with a description of the manuscript editions in facsimile, Los Angeles 1948 e K. T. Steinitz, Bibliography of Leonardo da Vinci's Treatise on Painting, Copenaghen 1958. Esistono studi specializzati sui codici, come quello di G. Calvi, I manoscritti di Leonardo da Vinci dal punto di vista cronologico, storico e biografico, Bologna 1925, mentre degli aspetti spesso avventurosi della loro storia si sono occupati diversi studiosi in varie occasioni, soprattutto nelle introduzioni alle edizioni in facsimile, per le quali si può ricorrere alla citata bibliografia del Verga. Una visione contestuale delle vicende e del carattere dei codici, anche per quanto riguarda le problematiche della loro pubblicazione, si ha con il contributo fondamentale di A. Marinoni, I manoscritti di Leonardo da Vinci e le loro edizioni, in Leonardo. Saggi e Ricerche, Roma 1954, pp. 229-263. Ed e allo stesso Marinoni che negli ultimi tempi è stata affidata la monumentale edizione del Codice Atlantico, dei manoscritti di Francia e di altri codici riprodotti in facsimile dalla Giunti di Firenze nel programma dell'Edizione nazionale delle opere di Leonardo. Utili compendi o prontuari sul contenuto e la data dei singoli codici e dei fogli manoscritti sparsi in varie raccolte pubbliche o private si trovano nella grande antologia in due volumi di J.-P. Richter, The Literary Works of Leonardo da Vinci, Londra 1883 e Oxford 1939, aggiornata dagli altri due volumi di C. Pedretti, Commentary, Oxford 1977. Una rassegna dei codici che contengono studi di architettura (e quindi quasi tutti) si trova in un'altra opera del Pedretti, Leonardo da Vinci. The Royal Palace at Romorantin, Cambridge (Massachusetts) 1972, pp. 138 147. Il primo documento sulla dispersione delle carte di Leonardo custodite nel Cinquecento presso la villa Melzi a Vaprio d'Adda si ha con le Memorie di don Am brogio Mazenta pubblicate in forma critica e con facsimile da L. Gramatica nel 1919. Per la storia dei manoscritti prima della loro dispersione, e quindi su molti aspetti finora sconosciuti della diffusione delle idee di Leonardo in essi contenute, si rimanda all'introduzione di Carlo Pedretti nell'edizione di C. Pedretti e C. Vecce del Libro di Pittura compilato sulla base dei manoscritti di Leonardo dall'allievo ed erede Francesco Melzi, riprodotto per la prima volta in facsimile nel programma editoriale vinciano della casa editrice Giunti (1995). |
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