Simbolismo
Pierre Puvis de Chavannes, Il povero pescatore Pierre Puvis de Chavannes,
Il povero pescatore,

1881,
Parigi, Musée d'Orsay.

Pierre Puvis de Chavannes è artista della sottrazione, della semplificazione, inventore di motivi che sembrano venire dal fondo eterno della tradizione. La poesia parnassiana, con l'evocazione di un'Ellade intesa come immagine di un passato innocente, è per lui esempio suggestivo. Il richiamo a una perduta Età dell'oro si veste del sentimento di vaga malinconia che pervade le Egloghe virgiliane. Lecomte de Lisle ne individua la lontananza e Baudelaire canta «là tutto non è che ordine e bellezza / lusso, calma, voluttà».

Il repertorio arcadico, parnassiano, classicheggiante è convenzionale, ma per Puvis, maestro sapiente, maestro ingenuo, il soggetto è supporto di inquietudini e malinconie che additano una sensitività nuova. La semplificazione armonica del ritmo, delle superfici dei volumi, delle relazioni cromatiche esprime inoltre la ricerca di una condizione umana che tende all'assoluto. Emerge l'originalità di tele fuori dal tempo, estranee a ogni moda, ed è proprio la loro estraneità che può essere considerata tratto simbolista, insieme all'aspetto liberatorio della loro classicità. Un sogno dell'Età dell'oro si realizza in casta astrattezza, in simbiotica armonia tra figure e paesaggio. Ritroveremo il suo influsso nelle forme sintetiche di Gauguin, nel suo modo di appiattire le immagini, nelle direzioni sperimentali percorse dai pittori della scuola di Pont-Aven e dai nabis.


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