Simbolismo
Antoine Wiertz, La bella Rosina Antoine Wiertz,
La bella Rosina,

1847,
Bruxelles, Musée Wiertz.

Una serie di personalità artistiche diverse e importanti costi tuisce un tessuto di eccezionale interesse che rende la cultura bel ga della fine del secolo una delle più vive e originali d'Europa.
Il visionario Antoine Wiertz (1806-1865) incarna un momento di transizione fra romanticismo dell'orrore e simbolismo con opere di esecuzione accademica, ma di concezione bizzarra, crudele. Anima il macabro, gli spettri, la magia, mette in scena lo scheletro, immagine amata anche da James Ensor (1860 1949) la cui pittura è connotata dal gusto del sarcasmo, della farsa, dell'humour nero. Ammiratore di Edgar Allan Poe, Ensor dipinge maschere insolenti e sardoniche, da un lato oggetti familiari, dall'altro strumenti per un transfert nell'immaginario. Abita un mondo dove tutto è rifiuto delle regole, dubbio, angoscia. In particolare nelle opere ispirate alla vita di Cristo cede alla tentazione di proiettare i suoi tormenti in ciò che dipinge.

Dando una forma insolita al mistero, e alla realtà la trasparenza dell'immateriale, introduce in ambienti banali un clima inquietante che potenzia ogni possibile metamorfosi. Da un lato contribuisce a mettere in dubbio il mondo della percezione e la natura della realtà, attributo fondamentalmente simbolista; dall'altro, praticando la deformazione, apre la strada all'espres sionismo.


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