La clef des songes (La chiave dei sogni), 1930. Nel testo della conferenza tenuta nel 1938 al Musée Royal des Beaux-Arts di Anversa, Magritte racconta il suo percorso artistico e delinea la sua poetica, indicando gli intenti delle sue raffigurazioni in cui viene scardinata ogni logica e sottolinea l'importanza dei titoli delle opere: «La creazione di nuovi oggetti; la trasformazione di oggetti noti, il mutamento di materia per certi oggetti: un cielo di legno, per esempio; l'uso delle parole associate alle immagini; la denominazione erronea di un'immagine; la messa in opera di idee suggerite da amici; la rappresentazione di certe visioni del dormiveglia furono a grandi linee i mezzi da me usati per costringere gli oggetti a diventare infine sensazionali. [...] I titoli sono scelti in modo tale da impedire anche di situare i miei quadri in una regione rassicurante che lo svolgimento automatico del pensiero potrebbe trovar loro allo scopo di sottovalutarne la portata. I titoli devono essere una protezione supplementare, destinata a scoraggiare qualsiasi tentativo di ridurre la vera poesia a un gioco senza conseguenze». | |
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