Monumento agli uccelli, 1927, Marsiglia, Musée Cantini. Un altro tema fondamentale del repertorio di Max Ernst è costituito dalla serie degli "uccelli". Queste creature alate hanno nella sua iconografia un preciso significato simbolico perché si innalzano, come la fantasia, al di sopra delle terribilità terrestri delle orde. L'uccello è un essere che rimane incontaminato nella sua purezza nonostante la corruzione fisica dei corpi e morale delle anime; rappresenta l'insopprimibile desiderio che l'uomo ha di volare verso le altezze del soprannaturale e della metafisica. Nelle due tele del 1927 intitolate entrambe Monumento agli uccelli, Ernst ci propone un ammasso di corpi sinuosi che si librano senza gravità in un'atmosfera fuori dal terrestre, e in Dopo di noi, la maternità, sempre del 1927, fa riferimento a una simbologia che Russel rinvia alla mistica cristiana della resurrezione. L'essere alato, che ha accompagnato l'opera di Ernst sin dagli inizi, si identifica nel 1928 con un "personaggio-totem-autorità" al quale l'artista dà il nome di "Loplop" (si veda l'opera Loplop il Superiore degli uccelli). | |
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