Bruegel
La caduta degli angeli ribelli La caduta degli angeli ribelli,
1562,
Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts.

Ora, se è vero che il modo di trattare il soggetto ricorda assai da vicino scene consimili che Bosch ha sistemato sullo sfondo dei paesaggi che ospitano il peccato originale, tanto nel celeberrimo Trittico del fieno, quanto nel Trittico del Giudizio finale (Il peccato originale, Il Giudizio finale, L'inferno), è altrettanto vero che la tavola di Bruegel si differenzia per aver concentrato tutta l'attenzione sull'avvenimento.

Quel che in Bosch era un momento, sia pure importante, nell'economia dell'opera, qui diviene il soggetto dell'intera tavola.
Da Bosch è mutuato il simbolismo del male, l'idea di raffigurare la bestialità morale degli angeli decaduti con la mostruosità delle forme, metà pesci (e i pesci non volano) e metà insetti, mentre gli angeli di Michele (in armatura dorata come quello di van Eyck nel Giudizio universale del Metropolitan Museum di New York) vestono l'abito talare dei diaconi o dei sacerdoti.
... la Caduta dipinta da Bruegel rimanda da una parte alla versione tedesca dell'Elucidarium di sant'Anselmo d'Aosta (1033-1109) che spiega che gli angeli ribelli caddero «come rospi» (e un rospo è in primo piano) e dall'altra sfrutta il simbolismo negativo di uno strumento musicale come la ghironda, riferito alla cecità morale, che l'artista utilizzerà anche in altre occasioni, per esempio nella Parabola dei ciechi di Capodimonte.


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