Salita al Calvario, 1564, Vienna, Kunsthistorisches Museum. È questo un modo di concepire l'impaginazione compositiva completamente diverso da quello di Bosch, come dimostra l'opera più grande mai realizzata da Bruegel, quella Salita al Calvario, firmata e datata 1564, che annovera poco più di cinquecento personaggi di varie dimensioni. Ora, se l'immagine di Cristo che cade con la croce sulle spalle rimanda decisamente a opere come L'andata al Calvario di Bosch (Vienna, Kunsthistorisches Museum) che si riferisce alla tradizione nordica di Dürer e di Martin Schongauer, va tuttavia notato | |
che l'impianto dell'intera composizione trova precedenti precisi nelle opere con il medesimo soggetto dipinte dal cosiddetto Monogrammista di Brunswick o Henrimet de Bles, attivi negli anni Trenta del XVI secolo. Anche qui, come nella tavola di Bruegel, l'episodio principale quasi si disperde nella folla formicolante. Bisogna però osservare che Pieter ha fatto in modo che, per quanto piccolo, il Cristo portacroce occupi esattamente il centro geometrico della composizione. I temi dominanti nell'immensa scena sono quello dell'inconsolabile dolore di Maria che, accanto a un bucranio, simbolo di morte, piange attorniata dalle pie donne, inutilmente sostenuta da san Giovanni l'evangelista, e quello dell'assoluta ottusità degli uomini dinanzi al sacrificio del Figlio di Dio. Si giustifica così, con un intento moraleggiante preciso, la scelta di disperdere l'episodio cardine della tavola fra decine di altre scene che divengono quasi di genere e che quindi sottolineano l'indifferenza con cui gli uomini vivono l'estrema offerta di Cristo per la loro redenzione. Bruegel si sofferma sulle meschinità degli uomini (anticipando così le proprie future scelte tematiche) con pungente ironia e introducendo una scena probabilmente mutuata dalla Salita al Calvario che Pieter Aertsen dipinse per la cattedrale di Anversa nel 1552. Sulla sinistra, poco al di là del primo piano, non è difficile individuare una donna, con tanto di rosario, che trattiene un uomo portato via a viva forza dai soldati. È la moglie di Simone di Cirene (personaggio di fantasia il cui consorte compare in tutti i Vangeli salvo che in quello di Giovanni) che vuole impedire al marito di andare ad aiutare Cristo caduto sotto il peso della croce. È questo il profondo egoismo dei buoni cristiani: Bruegel lo sapeva perché lo aveva imparato da Bosch. | |
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