Bruegel
Combattimento fra Carnevale e Quaresima Combattimento fra Carnevale e Quaresima,
1559,
Vienna, Kunsthistorisches Museum.

L' eterno contrasto fra l'epa dei ricchi e quella dei poveri, fra il tempo di carnevale e quello di quaresima è il soggetto della tavola conservata a Vienna, che si esemplifica proprio nello scontro fra due personaggi caratterizzati da fisicità diametralmente opposte.
Carnevale, grasso come un otre, cavalca una botte su cui è infilzato un prosciutto tenuto da un coltello. Per arma ha uno spiedo con tanto di maiale, pollo e salsicce.

La botte è posata su una sorta di slitta azzurra come la barca che fa da insegna all'osteria. «Al naviglio blu», recita il cartello della bettola, non senza qualche possibile allusione alla Nave dei pazzi di Brandt e di sicuro alla locanda così denominata e realmente esistente ad Anversa, dove aveva sede una confraternita carnevalesca. La botte è spinta da un personaggio la cui posizione ricorda quella del pazzo ritratto nella tavola dei Proverbi fiamminghi che, abbigliato in modo analogo (se si esclude il diverso colore della giubba), illustra l'adagio popolare secondo il quale chi "defeca sul mondo" se ne infischia di ogni cosa. Del resto, a carnevale tutti se ne infischiano di tutto, senza contare che l'atto dell'andar di corpo costituisce la naturale conclusione del mangiar tanto. Il che, oltretutto, dovrebbe far riflettere sull'inutilità dell'eccesso di cibo. Un cibo addirittura ostentato dall'uomo che si è messo in testa un tavolino imbandito con ogni ben di Dio. Ma mettersi in testa una cosa vuol dire avere un'idea fissa, inutilmente fissa. Tanto tutto si risolverà nell'andar di corpo, oppure con il dar di stomaco, come fa il suonatore di zampogna che si affaccia, in preda a conati di vomito, dalla finestra della locanda. Al contrario, Quaresima è rappresentata più magra di un'acciuga, porta un'arnia sulla testa (perché il miele era un tipico cibo quaresimale), ha la croce di cenere sulla fronte (secondo la pratica in uso il mercoledì delle Ceneri) e si oppone al grasso Carnevale brandendo una lunga pala da fornaio con due aringhe, altra pietanza di magro come i dolcetti secchi sparsi un po' dappertutto. A tirare il carretto, poi, sono un frate e una monaca. Dietro, le attività quaresimali. Buona parte della zona destra del dipinto, infatti, è occupata - quale evidente contrappunto all'osteria - dalla mole della chiesa, dove entrano fedeli e devoti che poi escono e fanno l'elemosina ai poveri per purificarsi l'anima a buon mercato. Messa in scena consueta, di rito, come lo è quella carnevalesca che l'artista ha dipinto dall'altra parte della tavola. Qui, davanti alla locanda, infatti, compaiono i protagonisti di una farsa famosa, quella della Sposa sudicia (Devuile Bruid), matrimonio fra zingari al quale è dedicata pure un'incisione con il medesimo soggetto, tratta da un disegno del maestro. Sullo sfondo del dipinto, poi, Bruegel ha dipinto i ragazzi che giocano "al re bevitore" e la rievocazione burlesca della storia di Ursone e Valentino, tratta dal ciclo carolingio. Accanto, la processione di Mezzaquaresima e, in fondo, il falò del fantoccio che simboleggia l'inverno.


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