Bruegel
Danza di contadini Danza di contadini,
1568 circa,
Vienna Kunsthistorisches Museum.

L'ispirazione al mondo contadino è ricorrente nella produzione di Pieter Bruegel il Vecchio, e tornerà nella pittura di uno dei figli, Pieter il Giovane.
Qui c'è addirittura la locanda dove stanno per entrare due amanti occasionali. È vero; c'è un'immaginetta devozionale inchiodata a un albero con tanto di fiori sotto; ma nessuno ha occhi per lei. Gli sguardi sono vuoti, inebetiti dal vino e dal cibo, veri padroni di un'umanità degradata a tal punto da abbrutire anche i bambini.

Del resto, è quanto meno indicativo che l'uomo con la brocca in mano, seduto accanto al suonatore di cornamusa, abbia una piuma di pavone sul cappello (segno di vanità ampiamente codificato nel vocabolario simboli co di allora) e sullo sfondo ci sia un giullare. Non per nulla la chiesa è lontana lontana. Racconta il van Mander come l'artista, insieme a Hans Franckert, commerciante di Norimberga e ricco committente di Bruegel, s'intrufolasse nelle allegre comitive contadine per partecipare a feste e a nozze rustiche, facendosi - all'occorrenza - passare per parente dello sposo o della sposa. Questo spiega l'acume con cui Bruegel ritrae le scene in questione.


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