Luca della Robbia, Cantoria, particolare; 1431-1438, Firenze, Museo dell'Opera del duomo. Secondo le fonti storiche, già durante il terzo decennio del secolo Luca si legò di amicizia e reciproca stima con Filippo Brunelleschi, che lo volle al lavoro in tutti i cantieri da lui diretti eleggendolo a più fedele interprete in scultura delle sue sobrie e luminose armonie architettoniche. Con Brunelleschi, Donatello e Ghiberti il giovane scultore, dotato di una istruzione idonea a partecipare ai dibattiti teorici e letterari, frequentava in quegli anni la casa dell'umanista Niccolò Niccoli, raffinato raccoglitore di ogni sorta d'antichità e di preziosi manufatti orientali, prodigo di consigli verso gli artisti e forse determinante anche nel suscitare l'interesse di Luca per i sistemi di lavorazione ceramica in uso nell'Oriente e nel mondo antico; e, secondo il Vasari, fu proprio un amico del Niccoli, l'umanista Niccolò di Vieri dei Medici, che «molto amava Luca», a sostenere il suo nome per l'importante commissione della Cantoria del duomo, cioè la balconata marmorea dell'organo principale, da collocare sulla porta della Sagrestia delle messe (ora al Museo dell'Opera). | |
Dopo sette anni di lavoro quasi ininterrotto, nel 1438 lo scultore consegnò la Cantoria, che rimane il suo lavoro marmoreo più celebre e di maggiore impegno. In una struttura architettonica di concezione brunelleschiana, decorata con motivi vegetali e prospettici, si collocano dieci altorilievi raffiguranti gruppi di giovani, fanciulle e angeli che suonano, cantano e danzano, illustrando versi del Salmo 150, iscritti sulle cornici in eleganti caratteri capitali: i riquadri figurati, intesi come metope di un fregio templare, sono improntati all'equili brio e all'armonia compositiva e propongono figure liete e serene, condotte con un modellato ampio e luminoso ispirato a modelli classici (in parte riconoscibili nei sarcofagi del campo santo di Pisa e in medaglie greche e marmi neoattici), con un risultato espressivo opposto e complementare alla sfrenata danza dionisiaca che anima la Cantoria eseguita in parallelo (1433-1439) da Donatello per la porta della Sagrestia dei canonici. | |
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