Cézanne
Madame Cézanne nella poltrona rossa Madame Cézanne nella poltrona rossa,
1877,
Olio su tela;
cm 72,5 x 56,
Boston (Massachusetts), Museum of Fine Arts.

Hortense Fiquet, compagna di Cézanne dal 1869 e sua moglie dal 1886, è la modella preferita del pittore: con pazienza e docilità ha posato per i ventiquattro dipinti che oggi di lei si conoscono. La relazione fra Hortense e Cézanne rimane segreta fino al 1878 poiché il pittore non ha il coraggio di affrontare il giudizio paterno dal quale dipende profondamente. Per questa ragione è spesso costretto a chiedere aiuto finanziario a Zola, in quanto l'assegno mensile del vecchio Cézanne non è sufficiente alle necessità della famiglia. Tuttavia, quando Louis-Auguste, molti anni dopo, verrà a conoscenza della situazione del figlio e dell'esistenza di un nipote di sei anni, dopo qualche renitenza si dimostrerà accondiscendente e aumenterà l'importo della sovvenzione all'artista.

In questo quadro la giovane è colta in un momento di riflessione; il bell'ovale e gli occhi lucenti sono resi con piccole pennellate di colore puro; l'ampia gonna alla moda è definita dal sottile gioco dei verdi e dei grigi che alterna le strisce opache a quelle di raso; infine la giacchetta e il fiocco denotano la discrezione nel vestire da parte di Madame Cézanne. La donna si protende in avanti come per evitare di sprofondare nella voluminosa poltrona rossa che crea un fondo cromatico di grande impatto.
L'ocra della carta da parati è ravvivato dai piccoli motivi geometrici blu cobalto che danno un senso mobile e plastico alla composizione; un espediente, questo, che ricorre anche in altre opere coeve. L'alta banda verde, che come uno zoccolo corre lungo la parete, pone in risalto la massa color vermiglio della poltrona e si ricollega alle sfumature dell'abito della donna. In questa fase la tavolozza di Cézanne diventa infatti particolarmente brillante: ogni oggetto o superficie rappresenta l'occasione per una stesura di colore vivace alla quale se ne contrappone subito un'altra. Non solo, ma il colore puro viene usato anche per definire le zone in ombra: il pittore rinuncia al chiaroscuro tradizionale e opta per l'incastro di tessere cromatiche compatte che con il loro reciproco accostamento suggeriscono la diffusione della luce sui volumi.
Nel 1907 il quadro verrà esposto al Salon d'Automne nella famosa retrospettiva dedicata al maestro, suscitando il vivo interesse del pubblico. In particolare il poeta Rainer Maria Rilke ne rimarrà folgorato. Il 22 ottobre 1907 scriverà alla moglie: «Sebbene gli sia stato davanti tanto spesso, attento e inflessibile, il grande complesso di colori della "Femme au fauteuil rouge" saprò ripeterlo tanto poco quanto un numero di molte cifre. E tuttavia me lo sono messo in testa, cifra dopo cifra».
Con il passare degli anni le immagini di Hortense Cézanne diventeranno più sintetiche: il volto viene qualificato sommariamente, mentre la veste e l'ambiente vengono resi da campiture di pigmento sempre più vaste, dimostrando l'interesse plastico e non narrativo e aneddotico con cui Cézanne guarda i suoi soggetti.


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