Cézanne
Il grande bagnante Il grande bagnante,
1885 circa,
Olio su tela;
cm 127 x 96,8,
New York, Museum of Modern Art.

Negli anni Ottanta Cézanne affronta nuovamente il tema dei bagnanti come una nuova, matura riflessione sul corpo umano, arricchita dalle ricerche precedenti. L'imponente figura che domina la tela intera riprende uno dei bagnanti di un quadro dipinto una decina di anni prima. Secondo Joseph Rishel quello che appariva come un soggetto dalla corporatura tarchiata e incerta viene ora presentato in maniera più audace in un universo più nobile.
Il bagnante avanza sicuro e le braccia sui fianchi denotano equilibrio; eppure, nella testa abbassata e nello sguardo assorto si percepisce il senso introspettivo dell'immagine. La grande figura sembra incurante del luogo che la circonda, è concentrata su di sé, sui propri pensieri. Il paesaggio è appena definito da un'unica tinta violacea, mentre il corpo è disegnato da una linea di colore che ne dà una forte connotazione plastica.

Da questa immagine si può notare come lo studio della scultura classica sia fondamentale per Cézanne, che non si limita infatti al periodo di formazione accademica, ma continua a coltivarlo per tutta la vita. Anche l'osservazione delle opere di Benedetto da Maiano, lo studio di quelle di Michelangelo, di Puget, di Pigalle o di Pajou si rivela un esercizio essenziale per l'elaborazione delle sue forme monumentali.
Già in Uomo in piedi a braccia aperte, di qualche anno prima, il pittore isola il personaggio, lo distacca dal paesaggio che, posto sempre più indietro, diventa semplice sfondo. Ma le braccia aperte del bagnante, che cerca di tenersi in equilibrio, appaiono come una presa di possesso dello spazio circostante.
I personaggi solitari di Cézanne segnano l'avvio di un nuovo concetto della figura umana nel quadro che troverà una significativa reinterpretazione all'inizio del Novecento negli acrobati e nei saltimbanchi di Picasso.


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