Amorino in gesso, 1894-1895, Olio su tela; cm 63 x 81, Stoccolma, Nationalmuseum. L'immagine del piccolo amorino è tratta da un calco in gesso di proprietà di Cézanne già da alcuni anni, a lungo studiato dal pittore, come dimostrano alcuni disegni. L'originale della statuetta, oggi perduto, è stato attribuito ora a Puget, ora a Duquesnoy ora a Coustou, senza tuttavia giungere a una soluzione soddisfacente. | |
In questo quadro la statuetta viene inserita all'interno di una composizione complessa di cui diventa il perno centrale. La piccola figura avanza frontalmente dando l'idea di sorpassare il piano limite della tela e, insieme alle linee della base e alla frutta in primo piano, dona la percezione di uno spazio più ampio che si protende verso lo spettatore. La tenda, ricorrente in altre nature morte, la cui decorazione è resa sommariamente, con le sue pieghe voluminose media il passaggio dal piano con gli oggetti alla stanza. Non è chiaro ciò che s'intravede sulla sinistra dietro il drappo, probabilmente è una finestra dalla quale si scorge all'orizzonte la sagoma di un albero, ma potrebbe anche essere una tela con un paesaggio simile a quello rappresentato nei dipinti appoggiati a terra che appaiono nell'altro quadro su questo stesso tema. Sulla destra, quello che Joachim Gasquet ha definito «un caminetto alla prussiana come se ne trovano ancora nelle case di campagna provenzali» sovrasta la parete amplificando la gamma azzurrognola che domina la tela. Con la sapiente modulazione di questa tonalità Cézanne conferisce agli oggetti la loro plasticità; le ombre colorate con cui sono rese le forme paffute del putto, donano un senso di fisicità che rende vitale la materia fredda della statuetta. «Ora, per noi uomini - scrive il pittore a Émile Bernard nel 1904 - la natura è più in profondità che in superficie, di qui la necessità di introdurre nelle nostre vibrazioni di luce, rappresentate dai rossi e dai gialli, una quantità sufficiente di azzurri, per far sentire la presenza dell'aria». Come nelle altre nature morte ogni oggetto sul piano presenta una inclinazione differente anche se, a causa dalla maggiore eterogeneità degli elementi, questa difformità è forse meno evidente qui che altrove. Nella versione di Londra invece gli arditi tagli prospettici sono accentuati dalla visione dall'alto verso il basso e dal movimento rotatorio che il putto sembra compiere coinvolgendo lo spazio in un generale moto a spirale. | |
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