Il lago di Annecy, 1896, Olio su tela; cm 65 x 81, Londra, Courtauld Institute Galleries. Cézanne dipinge il quadro nel luglio del 1896 durante un soggiorno a Talloires, sul lago di Annecy, insieme alla moglie e la figlio. Nonostante la bellezza, il luogo lo rattrista: «per non annoiarmi dipingo - scrive all'amico Philippe Solari - non è divertente, ma il lago è molto bello con quei suoi alti monti intorno che, mi dicono, raggiungono i duemila metri. Non c'è confronto col nostro paese, ma senza alcun dubbio è bello. Se però nasci là sei fregato, il resto non ti dice più niente». | |
E al nuovo amico Joachim Gasquet spiega: «il lago, che in questo punto è chiuso fra due gole, sembra adatto agli esercizi sulle linee di qualche giovane studentessa. È sempre natura, certamente, ma un po' da cartolina illustrata». L'armonia e la compiutezza del paesaggio evocano effettivamente un'immagine turistica che tuttavia l'artista riesce a filtrare attraverso la sua pennellata rendendola un'immagine pittorica. La varietà degli elementi, che si presterebbe a una visione pittoresca, viene tradotta da Cézanne in un insieme di tagli prospettici e zone di colore giustapposte. Nessun particolare narrativo, nessuna allusione poetica, solo uno spazio raccolto, un luogo chiuso e silenzioso dove l'unica traccia umana è data dall'architettura appena abbozzata del castello di Duingt sulla riva del lago. Tutta la composizione è giocata sull'accordo di verdi brillanti e azzurri intensi con punte di violetto e di giallo sui monti. Di grande impatto risulta il riflesso del paesaggio nell'acqua che richiama le modulazioni di Monet. Si avvertono una vibrazione atmosferica e un senso tattile di derivazione impressionista. Se il grande albero sulla sinistra incornicia la veduta come nei quadri della montagna Sainte-Victoire, la gamma cromatica generale se ne differenzia totalmente per la mancanza di quell'inondazione di luce tipica del Midi. | |
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