Il giardiniere, 1901-1906, Olio su tela; cm 63 x 52, Londra, Tate Gallery. Uno degli ultimi modelli di Cézanne è l'anziano Vallier che si occupa del giardino dei Lauves, lo studio dove Cézanne si è trasferito dopo la vendita del Jas de Bouffan, e dal quale sempre più a fatica si allontana. Al giardiniere Vallier, affezionato e premuroso assistente degli ultimi anni, modello paziente e sempre "a portata di mano", l'artista dedica alcuni dipinti e acquerelli in cui il soggetto appare seduto di fronte o di tre quarti, in camicia e paglietta o in cappotto e berretto "marine". In queste immagini la tensione costruttiva delle pennellate irregolari giunge al culmine; i colori brillanti e cupi si alternano con straordinario equilibrio. | |
Indubbie affinità stilistiche e compositive avvicinano questa versione alle molte altre: in quella di Lugano, per esempio, la posizione appare di poco spostata, mentre il disegno delle gambe accavallate e della corporatura in generale è lo stesso, così come sono analoghe le scarpe indossate dal soggetto. Françoise Cachin ha ipotizzato che in quest'ultima tela non sia ritratto il giardiniere, ma un visitatore o un altro contadino, in quanto nel relativo acquerello il volto sembrerebbe più «rotondo e arcigno» di quello del Vallier che conosciamo. Ma giocano a favore dell'identificazione il fatto che il quadro sia eseguito nello stesso periodo delle altre tele consacrate a Vallier e la considerazione che Cézanne, comunque, si è sempre servito di pochi modelli. Quest'immagine è concepita con un metodo analogo a quello usato per la pittura all'aperto: poiché la natura costituisce un'unità comprendente figure e paesaggio, il pittore opera una fusione degli elementi, una sintesi assoluta in cui nessuna forma prevalga sull'altra. Ma il raggiungimento di questo traguardo è lungo e faticoso e Cézanne teme di non riuscire: «Vedo sempre Vallier - scrive al figlio un mese prima di morire - ma sono così lento nel realizzare che mi sento tristissimo». | |
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