Goya
Il sacrificio a Pan Il sacrificio a Pan,
1771 circa,
Olio su tela,
cm 33 x 24,
Collezione privata.

Tradizionalmente si ritiene quest'opera eseguita durante il soggiorno romano nel 1771, per via del soggetto mitologico ispirato all'artista dall'osservazione diretta delle antichità classiche. Di questo quadro esiste un pendant con Il sacrificio a Vesta in cui compare sullo sfondo la piramide Cestia. Secondo Eleanor A. Sayre il tema rappresentato non sarebbe quello di Pan bensì di Priapo, mancando le zampe caprine e le braccia per accogliere le ninfe. Piuttosto si nota il fallo eretto che indicherebbe il motivo della fecondità di cui Priapo era la personificazione.

Probabilmente Goya si era ispirato alle numerose incisioni che in quegli anni gli artisti stranieri presenti a Roma eseguivano su temi mitologici, sulla scorta delle teorie di Winckelmann. La struttura di Pan tradisce la conoscenza della scultura antica e richiama alla memoria le proporzioni dell'Ercole Farnese, anche se la posizione di profilo sottrae la figura a una definizione completa delle forme, mentre la luce radente le dona una fisicità.

Lo stile appare ancora acerbo nella schematicità del volto della fanciulla offerente e nei tagli netti di luce, tuttavia già si nota la scioltezza della pennellata che in modo rapido delinea i corpi e i panneggi, avvalendosi di lumeggiature chiare. Il fogliame scuro, reso in maniera sommaria, si pone come una quinta teatrale che mette in risalto il colore delle figure, mentre il cielo più chiaro sulla destra preannuncia le brillanti stesure cromatiche dei cartoni per l'arazzeria di Santa Barbara.


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