Treno nella neve, 1875, Olio su tela; cm 59 x 78, Parigi, Musée Marmottan.
Questo dipinto appartiene a un magnifico gruppo di scene che mostrano Argenteuil in inverno sotto la neve. Se Renoir considera la neve «una specie di muffa sul volto della natura», Monet, come del resto la maggior parte dei suoi colleghi impressionisti, cerca invece di coglierne tutte le infinite sfumature. | |
"Effetto" è la parola che ricorre spesso nei titoli dei suoi quadri: Monet studia l'"effetto" della neve sull'ambiente per cercare di rendere la totalità dei fenomeni di atmosfera, di luce e di tempo. E in questo senso Argenteuil è un'inesauribile fonte di suggestioni. Ma il pittore, che per lo più s'interessa proprio all'ambiente naturale, riesce a cogliere anche i segni inconfondibili della modernità. I ponti ferroviari, la stazione e i treni attirano la sua attenzione: e in questo senso Treno nella neve annuncia un ciclo ben più vasto dedicato alla stazione parigina di Saint-Lazare. Abitando vicino alla ferrovia Monet ha modo di seguire il movimento rapido dei passeggeri, l'avvicinarsi sbuffante delle locomotive e il confondersi dei vapori con la nebbia. Questa atmosfera è colta nel Treno nella neve: la locomotiva ha un aspetto vagamente inquietante; il suo "corpo" metallico sembra venire avanti minacciosamente, i fari giallastri ne accendono lo "sguardo", esaltato da rapide pennellate rossastre. Un'unica tonalità azzurro-grigiastra descrive con variazioni minime e con una pennellata quasi piatta la neve, l'atmosfera e i fumi: si viene a creare in questo modo un suggestivo effetto di dissolvenza, d'ascendenza forse turneriana, che probabilmente piace molto al medico Georges de Bellio, che acquista l'opera direttamente da Monet senza l'intermediazione del gallerista Durand-Ruel, che l'aveva esposta. | |
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