La Grande Jatte, 1884-1886, Chicago, Art Institute. Seurat si dedicò alla realizzazione dell'opera per quasi due anni, col solo intervallo dell'estate 1885, recandosi quotidianamente all'isola della Grande Jatte. Il dipinto fu esposto nel 1886 all'ottava mostra impressionista e a quella della Societé des Indépendants. Scriveva Fénéon nell'autunno di quell'anno: «Questo prato nell'ombra: alcuni tocchi, i più numerosi, restituiscono la materia dell'erba; altri, arancioni, colgono la poco sensibile luce solare; altri, color porpora, | |
fanno intervenire il complementare del verde; un blu cianico, suscitato dalla vicinanza di un lembo d'erba al sole, accumula i residui verso la linea di demarcazione rarefacendoli progressivamente . Alla formazione di questo stesso lembo non concorrono che due elementi, il verde e l'arancione, poiché ogni reazione si spegne sotto un così violento assalto di luce. Essendo il nero una non-luce, questo cane nero, si colorerà delle reazioni dell'erba [...]. Questi colori, isolati sulla tela, si ricompongono sulla retina: si ottiene dunque non una mescolanza di colori-materia (pigmenti), ma una mescolanza di colori-luce». | |
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