A La Mie, 1891, Boston, Museum of Fine Arts. Scena di squallore proletario, reso più evidente da una fattura volutamente dozzinale cui concorrono la pennellata sciatta e la pessima qualità del supporto cartaceo. Contrariamente all'impressione di immediatezza e spontaneità esecutiva che ne trae lo spettatore, l'opera è nata da un attento lavoro preparatorio e nel solco tracciato da precisi modelli. Lo dimostrano sia l'esistenza di una fotografia che ritrae la medesima scena del dipinto, scattata su richiesta dello stesso Lautrec che intendeva servirsene come punto di partenza e termine di confronto per il suo lavoro, sia l'innegabile influenza di opere come L'assenzio di Edgar Degas, del 1876, o come I bevitori di assenzio di Jean-François Raffaelli, del 1881. Il nome del locale che dà il titolo al dipinto è anche un gioco di parole basato sull'identica pronuncia di "A La Mie" (Alla Mollica) e "à l'amie" (all'amica). | |
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