Boccioni
Ritratto di una futurista Ritratto di una futurista,
(Testa femminile)
1910.

Come ha già notato Maurizio Calvesi, Testa femminile fa riferimento a un brano del manifesto Uccidiamo il chiaro di luna.l, scritto da Marinetti nell'aprile 1909. Ma per il particolare uso dei colori complementari il quadro è da datare all'inizio del 1910, in quanto sarebbe il più vicino all'asserzione di Boccioni nel Manifesto tecnico «che sotto la nostra epidermide non serpeggia il bruno ma vi splende il giallo, che il rosso vi fiammeggia e che il verde, l'azzurro e il violetto vi danzano voluttuosi e carezzevoli».
In effetti, il Ritratto di una futurista appare una risposta di Boccioni alla violenta invettiva di Marinetti contro la luna, intesa come simbolo passatista di voluttà, appartenente a un mondo da rifare "dinamizzato".

Il pittore vuole contrastare l'enfasi perentoria del manifesto e dipinge a nervi tesi, velocemente, un quadro di 64 per 66 centimetri che rappresenta la luna come delicato volto femminile, luce nelle tenebre, curva in uno spazio denso di magnetismo, in una versione che in quel momento a Boccioni appare futurista. L'immagine nel movimento di un'avvolgente capigliatura scura, emana onde di energia positiva ma ne riceve anche dall'intensità degli sguardi di chi da essa si sente attratto. Il chiaro di luna non è più nostalgico, malinconico: è investito da un flusso di colori che si allargano provenendo dal basso, dal mondo, rendendo visibile l'energia degli sguardi.


inizio | sommario | cronologia | capolavori | bibliografia