Boccioni
La città che sale La città che sale,
1910-1911,
New York, Museum of Modern Art.

Città che sale è uno dei quadri più esasperati della pittura del nostro tempo, perché in esso tutto è in lotta. E come se potenze invisibili cavalcassero bestie inferocite, scatenando un turbine che con furia travolgente crea vortici, dislocando e in fiammando corpi e criniere: agitazione totale in un quadro che è uno stato di angoscia scaricato dall'artista come un peso in sopportabile, un tentativo di capire in quale marasma sia coinvolto.

Lo stravolgimento in atto è recepito da una coscienza in grado di penetrare una falsa quiete. Nella fitta rete di ondulazioni lineari, I'artista segue un automatismo che trova una logica formale in un ritmo pulsante. E quei fitti pali geometrici paralleli delle impalcature dei palazzi in costruzione, al margine di una lotta sfrenata contro una massa turbolenta, rappresentano quella parte di sé dell'artista che rimane lucida per poter osservare cosa succede. Questa visione pittorica, in cui Boccioni trasmette un'emozione delle più intense, sarà una liberazione per la società stessa, che vi riconoscerà un suo proprio stato d'animo.


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