Monet
Colazione sull'erba Colazione sull'erba,
1865-1866,
Olio su tela;
cm 418 x 150 e cm 248 x 217,
Parigi, Musée d'Orsay.

«Penso ormai soltanto al mio quadro e, se non mi riesce, credo che impazzirò» scrive Monet nell'estate del 1865 al suo amico Bazille, pregandolo di andare presto a Chailly: «avete promesso di aiutarmi con il mio quadro, dovete venire a collocarvi qualche figura, senza ciò il quadro non mi riesce».

Il quadro che rischia di fare impazzire Monet è Colazione sull'erba con cui intende assolutamente partecipare al Salon del 1866 presentando un'opera monumentale. Per un giovane artista si tratta di un proposito veramente audace: il grande formato lo pone inevitabilmente a confronto con Courbet e anche con Manet che solo due anni prima, nel 1863, aveva esposto una "scandalosa" Colazione sull'erba al Salon des Refusés.

Rispetto ai suoi maestri Monet è però fermamente convinto della necessità dello studio en plein air, in modo da considerare le reali variazioni luminose delle figure e dello sfondo, riprendendo i gitanti come se si trattasse di un autentico picnic.

Il soggetto è classico: si tratta di una colazione sull'erba alla quale partecipano uomini e donne, colti in vari atteggiamenti. L'opera, in realtà, non viene portata a conclusione: attualmente rimangono solo il pannello sinistro e quello centrale, che si possono ammirare ricomposti al Musée d'Orsay; esiste però un bozzetto preparatorio che dà un'idea piuttosto dettagliata del progetto.

Come modelli Monet si serve di pochi amici: Bazille, per esempio, posa sia per le figure in piedi in varie posizioni sia per quella sdraiata ai piedi del faggio; per l'uomo seduto a destra con la barba, si è fatto il nome di Sisley; il pittore Lambron des Piltières, allievo di Gleyre, è forse l'uomo sulla sinistra. La fanciulla seduta a destra con l'abito a righe potrebbe essere la «petite Eugénie», la sconosciuta e misteriosa amica con la quale il pittore l'anno precedente aveva avuto uno scambio epistolare. Per l'altra figura femminile sembra che Monet attenda l'arrivo a Chailly della "giovane Gabrielle", una famosa modella che aveva posato anche per Manet in Musica alle Tuileries. Questa è probabilmente la ragazza col che compare anche di spalle in Donne in giardino col medesimo vestito a pois. Camille Doncieux, la sua compagna, è la modella per tutte le altre figure femminili.

Malgrado nel mese di ottobre la sua situazione finanziaria si faccia realmente disastrosa, il pittore acquista una tela di grandi dimensioni e inizia a trasporre il bozzetto nel progetto definitivo. La sostanziale variante rispetto allo studio riguarda l'uomo seduto: Monet sostituisce l'esile figura di Lambron des Piltières con un corpulento personaggio, probabilmente Courbet.

Saranno proprio alcune critiche mossegli dall'anziano maestro, che in un primo momento lo aveva sostenuto nell'impresa, a scoraggiarlo. Monet, rendendosi conto che non avrebbe fatto più in tempo a terminare l'opera per presentarla al Salon, decide di abbandonarla e realizza in tutta fretta Camille in abito verde.

Nel 1878, ossessionato dai debiti, lascerà la tela in pegno per il pagamento dell'affitto della sua casa di Argenteuil. Quando tornerà a riprenderla nel 1884 avrà però un'amara sorpresa: l'opera è ormai gravemente deteriorata. Da allora il pittore ne conserverà gelosamente i frammenti.

La Colazione sull'erba è stata definita il "manifesto" di Monet: egli afferma qui energicamente la necessità dello studio en plein air, per cogliere le forme e i colori nella mobilità dei riflessi luminosi. «Ma guardate questo giovanotto» dice Manet nel 1867 «che si vuol cimentare nella pittura en plein air! Come se gli antichi avessero mai pensato a cose simili!». Monet però non si fa scoraggiare, continuerà quelli che per lui sono «esperimenti sugli effetti di luce e colore», dimostrando in seguito di aver avuto ragione.



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