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Età dell'oro, 1637, particolare; Firenze, palazzo Pitti, sala della Stufa.
Età dell'argento, Il Baldinucci così descrive nella biografia di Cortona l'impresa di palazzo Pitti: «Fatto pubblico il suo valore fu dal Serenissimo Granduca Ferdinando III chiamato al suo servizio, dandogli a dipingere la stanza chiamata "La Stufa" del Regio Palazzo de' Pitti [...]. E messa mano all'opera, espresse in questa le quattro Età del mondo: dell'Oro, dell'Argento, del Rame e del Ferro; pittura così bene istoriata, colorita e disegnata che fu ed è stimata delle più famose fra tutte l'altre che mai produsse il suo pennello». Negli affreschi della sala della Stufa Cortona raggiunse la piena maturità artistica esprimendo la solenne armonia di un'età felice e vagheggiata. La bellezza monumentale e sensuale dei personaggi si combina con il rigoglio della natura di cui fanno parte i paesaggi lussureggianti e le fiere ammansite. Come spesso in Cortona, i fanciulli sottolineano questo aspetto serenamente giocoso della natura che evoca terre lontane e incontaminate. Grande fu la portata delle novità che queste pitture introdussero nell'ambiente artistico fiorentino, che andò adeguandosi al nuovo lessico barocco. Le tipologie femminili di Cortona si caratterizzano per una bellezza classica e sensuale al tempo stesso e sono ripetute dal pittore in tutta la produzione di questa felice fase di maturità. L'artista si serviva di disegni di fanciulle ritratte dal vero e, come ricorda Baldinucci, le replicava secondo le necessita: «Compiuta l'opera, da Pietro furono donati i cartoni [...] assieme con otto ritratti di oneste fanciulle di rara bellezza, che abitavano in quel tempo in diverse case poste in vicinanza di quella in cui dimorava: dei quali ritratti si valse poi Pietro per disegni e modelli delle Muse e d'altre femmine, dipinte non solo in quella eccellente opera ma in molte altre dipoi». |
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