La grande torre di Babele, 1563, Vienna, Kunsthistorisches Museum. L'anno delle nozze Bruegel dipinse una delle sue opere più famose: La grande torre di Babele che ricorda in maniera piuttosto evidente la miniatura del Breviario Grimani con il medesimo soggetto. Dal punto di vista formale, infatti, l'opera rappresenta bene l'anima fiamminga dell'artista, viste le consonanze con la Santa Barbara di van Eyck dove una grande architettura occupa l'intero spazio del disegno. Per altri versi, invece, la grande tavola è una precisa testimonianza dell'interesse del pittore fiammingo per l'architettura italiana. | |
Non è infatti difficile constatare che la compatta architettura della torre richiama da vicino quella del Colosseo, noto a Bruegel, oltre che per conoscenza diretta, grazie alla serie di incisioni dedicate da Hieronymus Cock (datore di lavoro di Bruegel) al monumento più importante della romanità. Si spiega, così, il motivo della scelta. L'episodio biblico della torre di Babele (Genesi, 11, 1-9) era considerato anche dalla cultura fiamminga una sorta di parabola della superbia e della follia umana che avevano osato sfidare la grandezza di Dio. Quale modo migliore, allora, per richiamare l'attenzione su simili concetti, se non immaginare la torre come l'espressione architettonica di quello che era stato il più grande impero del mondo occidentale? Non solo, ma se nella tavola di Bruegel è chiarissimo che la concitata laboriosità degli ometti freneticamente intenti a portare a compimento l'opera rimarrà presto frustrata, bisogna dire che l'insieme risulta essere quello di un immenso rudere destinato a rimanere tale, come macroscopico simbolo della follia di re Nembrot, in primo piano, e come monito alla vana gloria: anche gli imperi più potenti vengono ridotti in polvere. In altre parole, La grande torre di Babele è una sorta di macroscopica sentenza dai profondi risvolti moraleggianti; una riflessione sulla vita e sulla storia come lo erano state in definitiva le prime due grandi opere importanti realizzate dal pittore di Breda: i Proverbi fiamminghi e il Combattimento fra Carnevale e Quaresima. | |
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