Stigmate di san Francesco, 1428-1430 circa, Torino, Galleria sabauda. Alle miniature delle Ore di Torino-Milano si è soliti accostare, ritenendole però leggermente successive, le due redazioni delle Stigmate di san Francesco conservate rispettivamente presso la Galleria sabauda di Torino e presso il Museum of Art di Filadelfia. Esse costituiscono un autentico enigma per la storia dell'arte, così simili, quasi "gemelle" pur nella diversità del formato e della tecnica (più grande l'esemplare di Torino eseguito direttamente su tavola, più piccolo quello di Filadelfia eseguito su pergamena applicata fin dall'origine su tavola). Le due opere sono state oggetto di giudizi assai contrastanti da parte della critica che spesso ha ritenuto solo una delle due autografa e l'altra replica di | |
bottega (con alterne propensioni circa l'individuazione dell'originale), ma gli studi recenti sembrano indicare una reale autografia per entrambe. Restano aperti i quesiti sulla committenza di due opere così volutamente identiche e sulle cui origini poco sappiamo, salvo il fatto che nel secondo Quattrocento esse avrebbero dovuto essere in possesso di Anselmo Adorno, prestigioso personaggio di famiglia genovese stabilmente trapiantata a Bruges, autorevole esponente della corte di Borgogna, che nel proprio testamento (1470) lascia alle due figlie monache due immagini di san Francesco di mano di van Eyck. Bellissimo è il disegno che la riflettografia ha evidenziato al di sotto della redazione di Torino, un disegno rifinito nelle pieghe delle stoffe, nella definizione dei volti, nell'impianto compositivo che starebbe a dimostrare che la tavoletta torinese precede come esecuzione l'opera di Filadelfia nella quale il disegno preparatorio è del tutto assente. | |
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